La Chimica degli Schemi in Schema Therapy

Nel lavoro clinico, è comune incontrare pazienti che riferiscono di sentirsi attratti ripetutamente verso partner che li fanno soffrire. Si innamorano di persone indisponibili, critiche, distaccate o eccessivamente bisognose.

Quello che dicono è: “Non so perché ma mi innamoro sempre delle persone sbagliate”, “So che mi fa soffrire ma non riesco a lasciarlo”, “All’inizio sembrava perfetto, poi è cambiato, ma io continuo a sperare”.

Questo fenomeno, che in Schema Therapy viene chiamato chimica” o “alchimia” degli schemi, non è casuale ma il risultato di un sistema che si autoalimenta. È l’espressione diretta degli schemi maladattivi precoci che si riattivano attraverso le relazioni.

Comprenderlo e lavorarci in terapia è essenziale per aiutare i pazienti a interrompere cicli relazionali dolorosi e a costruire connessioni più sane.

Il meccanismo della chimica degli schemi

Secondo la Schema Therapy, le nostre esperienze infantili modellano aspettative implicite sulle relazioni. Se un bambino cresce con figure di attaccamento fredde, critiche o imprevedibili, il suo cervello registra questi modelli come “normali” e familiari, o addirittura li associ all’amore. Di conseguenza, da adulto, sarà attratto da persone che attivano questi stessi schemi, anche se dolorosi.

L’attrazione iniziale è intensa perché tocca corde profonde: il paziente sente una connessione speciale, un senso di “casa”, ma in realtà, purtroppo, sta rivivendo vecchie ferite.

Ecco alcuni esempi di accoppiamenti tipici della chimica degli schemi:

  • Schema di Abbandono → Attrazione per partner instabili o non disponibili: “Quando c’è è meraviglioso, ma poi sparisce ed io impazzisco”
  • Schema di Deprivazione Emotiva → Attrazione per partner freddi e distanti: “Do tanto nella relazione ma non ricevo abbastanza”
  • Schema di Inadeguatezza → Attrazione per partner critici o svalutanti: “Mi dice che se solo io fossi diverso le cose andrebbero bene tra noi”
  • Schema di autosacrificio → Attrazione per partner bisognosi e dipendenti: “Non posso lasciarlo, senza di me non ce la farebbe”

Questi schemi si attivano in modo automatico, creando un’illusione di amore profondo che, in realtà, è solo la ripetizione di un copione doloroso.

Come affrontare la chimica degli schemi in terapia?

Per aiutare i pazienti a spezzare questo ciclo, è necessario lavorare su più livelli:

Svelare il meccanismo sottostante

Molti pazienti credono che l’intensità dell’attrazione sia segno di compatibilità. Un primo passo è quindi smascherare l’illusione della chimica.

  • Spiegare il concetto: “L’attrazione non è solo biologica, ma anche psicologica. Se ti attrae chi ti fa soffrire, significa che sta attivando qualcosa di familiare, non necessariamente di sano.”

  • Analizzare le relazioni passate: Individuare il pattern ricorrente nei partner passati aiuta a rendere visibile lo schema.

  • Collegare queste dinamiche alle esperienze infantili: riconoscere quali schemi vengono attivati nelle relazioni attuali e come si collegano alle relazioni dell’infanzia e ai bisogni non soddisfatti.

Sostituire il “brivido” con al connessione autentica

Molte persone trovano noise le relazioni sicure, sono abituate all’instabilità e all’altalena emotiva. In realtà, quella “scintilla” iniziale, quell’attrazione magnetica, è spesso il segnale che uno schema è stato attivato. La noia non è altro che l’assenza di caos emotivo. L’obiettivo è ridefinire cosa significa attrazione.

  • Quando il paziente sente una forte attrazione puoi chiedergli: “Quando sei con questa persona ti senti a tuoi agio o al sicuro? Oppure provi un mix di adrenalina e euforia alternate ad ansia e apprensione?” 
  • Chiedi al paziente di descrivere una relazione sana che conosce e confrontarla con le sue esperienze.
  • Fagli notare come si sente in una relazione sana, anche se non romantica, ad esempio con amici e familiari
  • Usa il concetto di attrazione sicura: aiutalo a distingue come ci si sente in relazioni basate su rispetto, stabilità e connessione emotiva profonda, non su adrenalina e incertezza
  • Invita il paziente a uscire con persone che non attivano i suoi schemi e osservare come si sente senza il “dramma emotivo” a cui è abituato, anche se inizialmente non ci sono “i fuochi d’artificio”. 

Lavorare sul Bambino vulnerabile e sull’Adulto sano

Dietro la chimica degli schemi c’è un Bambino vulnerabile che cerca di ottenere, da adulto, ciò che non ha ricevuto da piccolo. Se questo bisogno non viene riconosciuto e curato, continuerà a cercare persone che lo riattivano.

Per interrompere la chimica degli schemi, il paziente deve imparare a riconoscere i propri bisogni emotivi non soddisfatti e rivolgersi alle persone che sono in grado di dargli quello di cui ha bisogno.

  • Identifica quali bisogni emotivi sono stati trascurati nelle relazioni passate (es. supporto, affetto, stabilità).
  • Imagery rescripting: per rielaborare le esperienze dolorose del passato
  • Invita il paziente a individuare le persone che possono soddisfare i suoi bisogni.
  • Aiuta il paziente a imparare a sentire quando una relazione lo fa stare bene in modo sano, non solo intenso.
Un esperimento per i pazienti

Un esercizio efficace è far scrivere al paziente tre liste:

  1. Le caratteristiche delle persone per cui ha provato attrazione intensa e immediata ma che lo hanno fatto soffrire (spesso attivano schemi disfunzionali).
  2. Le caratteristiche di persone con cui ha avuto relazioni più sane, anche se inizialmente meno attratto.
  3. Le caratteristiche di un partner che potrebbe soddisfare i suoi bisogni emotivi e farlo sentire al sicuro.

Questa riflessione aiuta il paziente a tenere a mente le caratteristiche a cui deve fare attenzione e aumenta la consapevolezza del processo di scelta. 

La chimica degli schemi non è vero amore

Per i pazienti intrappolati nella chimica degli schemi, il cambiamento sembra inizialmente noioso o innaturale. Ma aiutandoli a distinguere tra attrazione basata sugli schemi e connessione autentica, possiamo guidarli verso relazioni più sane e soddisfacenti.

Il nostro compito come terapeuti non è dire ai pazienti chi amare, ma aiutarli a distinguere tra attrazione guidata dalla chimica degli schemi e connessione autentica e sana. Interrompere la chimica degli schemi non significa eliminare l’attrazione, ma reindirizzarla verso qualcosa di più sano. Con il lavoro terapeutico possiamo cambiare il modo in cui i pazienti vivono l’amore: non più come una corsa adrenalina, ma come un un luogo in cui si sentono finalmente visti, accolti e al sicuro.

Perché l’amore non è chimica. L’amore è sicurezza, crescita e connessione reale. L’amore sano non è fuoco che brucia, ma calore che dura.