Il Disturbo borderline di personalità secondo la Schema Therapy

l Disturbo Borderline di Personalità (DBP) è una condizione caratterizzata da instabilità emotiva, relazioni interpersonali turbolente, impulsività e un senso di sé fragile (American Psychiatric Association, 2013). Tra i diversi approcci terapeutici disponibili, la Schema Therapy si è dimostrata particolarmente efficace nel trattamento del DBP, offrendo una prospettiva innovativa e strutturata per affrontare le radici profonde del disturbo (Young et al., 2003).

Un elemento centrale nella definizione del disturbo borderline è la rigidità che lo caratterizza. Trattare pazienti con disturbi della personalità è sempre stata una sfida per i terapeuti cognitivo-comportamentali. Jeffrey Young e colleghi (2003) hanno scoperto che per affrontare questi casi era necessario dilatare i tempi della terapia, esplorare più a fondo le esperienze infantili dei pazienti e dare grande importanza alla relazione terapeutica.

Le sue ricerche hanno avvicinato il suo approccio a quello di alcuni psicoterapeuti psicodinamici, come i teorici delle relazioni oggettuali e dell’attaccamento (ad esempio Bowlby e Ainsworth). Per potenziare ulteriormente gli interventi, Young ha integrato tecniche della Gestalt e delle terapie focalizzate sulle emozioni, tra cui esercizi con la “sedia vuota” e pratiche di consapevolezza. Questo mix di approcci ha dato vita a una psicoterapia davvero integrativa.

La personalità borderline: un’identità frammentata

I pazienti con disturbo borderline spesso sembrano bloccati in schemi rigidi, ma al tempo stesso vivono un continuo stato di fluttuazione emotiva. La rapidità con cui passano dall’adorare qualcuno all’odiarlo lascia tutti, inclusa la persona, disorientati. Per comprenderli meglio, Young ha suggerito di immaginare la loro personalità come un insieme di diversi mode (o aspetti del sé), che si alternano e spesso entrano in conflitto.

Ecco i cinque mode principali che caratterizzano il disturbo borderline secondo la Schema Therapy:

1. Il bambino vulnerabile (abbandonato e abusato): uno stato in cui l’individuo di sente abbandonato, maltrattato, fragile e spaventato, ossessionato dal bisogno di essere accudito, profondamente difettoso o indegno di amore, colpevole e immeritevole.
2. Il bambino arrabbiato/impulsivo, che esplode in rabbia protestano per come gli altri lo trattano (in ultima analisi, per i suoi bisogni insoddisfatti che vengono riattivati nel rapporto con gli altri).
3. Il protettore distaccato, che si ritira emotivamente e cerca di evitare il dolore anestetizzandosi da tutte le sensazioni (non sento nulla, indifferenza, freddezza, vuoto, disinteresse, stare a letto, uso compulsivo dei social, ipersonnia, uso sostanze che stordiscono, abbuffate..)
4. Il critico punitivo, una voce interiore che critica e svaluta continuamente il paziente facendolo sentire immeritevole come ha sperimentato in infanzia.
5. L’adulto sano, ovvero la parte equilibrata e matura che, purtroppo, è spesso molto debole nei pazienti borderline.

Un aspetto centrale della Schema Therapy per il DBP è la gestione dei mode disfunzionali, che spiegano la variabilità emotiva del paziente borderline (Arntz & van Genderen, 2009). L’obiettivo della terapia è aiutare i pazienti a rafforzare l’adulto sano, che inizialmente è incarnato dal terapeuta, per poi essere interiorizzato dal paziente stesso (Arntz et al., 2021).

Da dove nasce il disturbo borderline?

Young individua una componente genetica, che predispone l’individuo ad avere “un temperamento emotivamente intenso e labile” (Young et al., 2003), che può incontrare quattro tipi di contesto familiare infantile:

1. Insicuro e instabile: il bambino una mancanza di senso di protezione, stabilità, prevedibilità, si sente non al sicuro nell’ambiente familiare.
2. Deprivante affettivamente: il bambino non sente di ricevere sufficienti cure, ascolto, comprensione, guida, attenzione, amore e accettazione incondizionata.
3. Duramente punitivo: il bambino è punito per ogni manifestazione emotiva, per i suoi bisogni normali di bambino.
4. Repressivo e invalidante: il bambino non riceve adeguata validazione per le sue opinioni, espressioni, desideri, bisogni, ed emozioni, e sviluppa una autocensura legata alla sensazione che quello che sente è sbagliato.

Nonostante sembri essere una caratteristica comune, l’abuso non è sempre rintracciabile nella biografia della persona, ma il fattore significativo risiede comunque in un “disallineamento” tra il temperamento del bambino e lo stile di educazione dei genitori. L’intensità emotiva tipica di questi bambini in pratica non è allineata con gli atteggiamenti adottati da genitori che possono essere troppo rigidi o non in grado di dimostrare l’affetto.

La Schema Therapy per il disturbo borderline

La Schema Therapy mira a trattare le parti disfunzionali della personalità del paziente offrendo esperienze emotive correttive, che sono un antidoto rispetto alle mancanze sperimentate e immagazzinate nel profondo. Il terapeuta indebolisce i messaggi che provengono dal mode punitivo e insegna al paziente come riattribuirli a qualcosa di esterno ed ingiusto. Lavora sulla parte sana del paziente, rinforzandola in modo che sia sempre più autonoma nel guidare il paziente senza proteggersi in modo controproducente, ma affrontando le situazioni in modo funzionale.

Numerosi studi hanno dimostrato l’efficacia della Schema Therapy nel trattamento del DBP:

  • Giesen-Bloo et al. (2006) hanno confrontato la Schema Therapy con la Terapia Dialettico-Comportamentale (DBT), mostrando che la ST è più efficace nel ridurre i sintomi borderline e nel migliorare la qualità della vita.
  • Farrell et al. (2014) hanno evidenziato che la ST riduce significativamente la disfunzionalità emotiva e comportamentale nei pazienti con DBP, con miglioramenti che si mantengono a lungo termine.
  • Arntz et al. (2021) hanno confermato che i pazienti trattati con ST mostrano una riduzione dei comportamenti autodistruttivi e un miglioramento nelle relazioni interpersonali rispetto ad altri approcci.

L’applicazione della Schema Therapy nel trattamento del Disturbo Borderline di personalità rappresenta un’opportunità terapeutica significativa, capace di affrontare in modo strutturato e profondo le radici disfunzionali del disturbo. Uno degli aspetti più rilevanti di questo approccio è la possibilità di offrire ai pazienti un modello relazionale stabile attraverso il limited reparenting, un intervento che consente di colmare le lacune affettive sviluppate nell’infanzia senza oltrepassare i confini terapeutici (Young et al., 2003).

L’uso dei mode per comprendere e modulare le risposte emotive del paziente borderline si è dimostrato particolarmente efficace, permettendo una maggiore consapevolezza dei propri stati interni e una riduzione della reattività impulsiva. Le tecniche esperienziali, come l’imagery rescripting e il chairwork, favoriscono un’elaborazione profonda delle esperienze traumatiche, accelerando il processo di cambiamento (Farrell et al., 2014).

Sebbene il percorso terapeutico sia spesso complesso e caratterizzato da momenti di regressione, la Schema Therapy offre strumenti validi per sostenere il paziente nel lungo termine. I risultati clinici dimostrano che questo approccio non solo riduce i sintomi del disturbo borderline, ma favorisce anche una crescita personale più stabile e una maggiore capacità di autoregolazione emotiva (Giesen-Bloo et al., 2006). Il trattamento consente quindi un cambiamento profondo, migliorando significativamente la qualità della vita e le relazioni interpersonali del paziente.

– American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (5th ed.). APA.
– Arntz, A., & Jacob, G. (2012). Schema Therapy in Practice: An Introductory Guide to the Schema Mode Approach.Wiley.
– Arntz, A., & van Genderen, H. (2009). Schema Therapy for Borderline Personality Disorder. Wiley.
– Arntz, A., Weertman, A., & Salet, S. (2021). Effectiveness of Schema Therapy for Borderline Personality Disorder: A Meta-Analysis. Clinical Psychology Review, 87, 102037.
– Farrell, J. M., Reiss, N., & Shaw, I. A. (2014). The Schema Therapy Clinician’s Guide: A Complete Resource for Building and Delivering Individual, Group and Integrated Schema Mode Treatment Programs. Wiley.
– Giesen-Bloo, J., van Dyck, R., Spinhoven, P., et al. (2006). Outpatient psychotherapy for borderline personality disorder: Randomized trial of schema-focused therapy vs transference-focused psychotherapy. Archives of General Psychiatry, 63(6), 649-658.
– Young, J. E., Klosko, J. S., & Weishaar, M. (2003). Schema Therapy: A Practitioner’s Guide. Guilford Press.